04 novembre 2009

Si facesse i c...i suoi?

Oggi la Corte Europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso di una cittadina italiana che chiedeva che i crocifissi debbano essere rimossi dalle classi frequentate dai suoi figli. Citando dal servizio su Internet:

Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia, madre di due ragazzi, nel 2002 aveva chiesto all'istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme (Padova), di togliere i crocefissi dalle aule frequentate dai suoi figli. Nei ricorsi davanti ai tribunali in Italia aveva sempre perso. Ora, i giudici di Strasburgo le hanno dato ragione.


Qui non sto a discutere di religione in se, nè di tematiche come la progressiva islamizzazione dell'Europa o la perdita dei valori cristiani e così via. Voglio solo mettere l'accento sulle tradizioni. Se al posto del crocifisso ci fosse stato da sempre, da oltre cento anni, in ogni classe d'Italia, tanto per far un esempio, una foto del primo ministro corrente, ci sarebbero stati scandali perchè genitori di sinistra non ammettono la presenza di un primo ministro di destra e viceversa?

Io do molto valore alle tradizioni. E' inaccettabile che qualcuno si metta a sindacare una tradizione che rispecchia una cultura e dei valori centenari che hanno permeato l'Italia. E' ancora più inaccettabile, che una tale azione venga promossa da una persona che non è originaria dell'Italia, e che dovrebbe invece rispettare le tradizioni del paese di adozione.

Ora cara la mia finlandesina con passaporto italiano, mi dispiace stavolta l'hai fatta grossa. Spero fortemente che l'Italia vinca il ricorso. Che uno straniero debba porre fine ad una tradizione che rispetta i valori e la cultura italiana no, questo non lo concepisco.

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16 Comments:

Anonymous Tuikku said...

Simoniito, grazie per aver espresso la tua opinione in una maniera educata e pacata. E soprattutto per non aver invitato la signora, che mi pare fosse cittadina italiana da diverso tempo, di tornare "fra le renne e lincee" come hanno fatto veramente in tanti.

Comunque, da una che è "rischiata" di diventare italo-finlandese ed avere dei figli italo-finlandesi, mi sento leggermente turbata pure del tuo commento. La signora, in questione, non avrà le stesse vedute della maggioranza degli italiani. Non sarà un'italiana "tradizionale". Ma implicare che, per questo motivo non avesse il diritto di mettere in questione queste tradizioni, anche davanti la Comunità più ampia internazionale della quale fa parte il suo paese di origine, è, per me, esattamente quello che italiani considerano la rimossione del crocifisso: Sfacciamento dei valori cosìdetti "europei", in quanto cosa c'è di più europeo che la libertà del culto e del pensiero ?

Credo però che nessuno obietterebbe alla presenza di una stemma, una bandiera oppure della fotografia del Presidente dello Stato italiano nelle aule.

4/11/09 14:47  
Blogger Simoniito said...

Ciao Tuikku,

anche io sono uno che sta "rischiando" di diventare italo-finlandese, in quanto ho sposato una donna finlandese e vivo in Finlandia.

Proprio perchè vivo in Finlandia, e nonostante il fatto che Italia e Finlandia appartengano entrambi alla Comunità europea, non mi andrebbe di andare a sindacare tradizioni che sono radicate in una nazione sin da centinaia d'anni.
La Comunità europea è un'entità puramente politico/economica, formata da nazioni che hanno tutte una propria identità culturale, che è sovrana e dovrebbe essere rispettata.

Nel caso in questione, la donna che ha fatto ricorso, non essendo parte dell'insieme di tradizioni e cultura italiana nonostante la cittadinanza acquisita e indipendentemente dal fatto che sia finlandese, cittadina europea o extracomunitaria, avrebbe a mio parere dovuto rispettare la cultura e le tradizioni della nazione che la ospita.

Questo va ben oltre lo sfacciamento dei valori europei di libertà di culto e pensiero: la liberta della signora Soini finisce dove inizia quella di centinaia di milioni di Italiani che hanno vissuto con questa tradizione da centinaia d'anni.

Come sembrerebbe (esempio preso assolutamente a caso, la prima cosa che mi è venuta in mente) a tutti i finlandesi se un cittadino nato in Italia, residente in Finlandia, con acquisita cittadinanza finlandese, ricorrerebbe alla corte europea dei diritti dell'uomo perchè si sente moralmente offeso dalla nudità promiscua nelle saune pubbliche imponendo l'uso di un costume?

No, mi dispiace, fosse stato un italiano, l'avrei accettato meglio. Ma che uno straniero d'origine debba interferire con tradizioni centenarie non ci sto.

4/11/09 15:42  
Blogger SuomItaly said...

Pare sia stato un italiano

4/11/09 21:40  
Blogger stezz said...

Sinceramente da italiano trovo che sul piano della logica la sentenza non fa una grinza ed è pienamente condivisibile. (non riporto le motivazioni che puoi trovare su internet)

Penso che in un luogo pubblico di uno stato laico e democratico che per costituzione sancisce l'uguaglianza di tutti i suoi cittadini senza distinzione (Art.3) il diritto di parola (Art.21) la signora (che poi sia stata lei o meno a intentare la causa fa poca differenza) abbia tutto il diritto di chiedere la rimozione del crocifisso (se per qualche motivo le da' fastidio).

A me personalmente non da' fastidio (tant'e' che non ricordo neanche se c'era o meno a scuola...) ma se per qualcuno e' un problema penso che sia giusto rispettare la sua sensibilita'.


Se mi desse fastidio pretenderei lo stesso se andassi in una scuola di Teheran e vedessi il simbolo dell'islamismo (che ignoro quale sia) appeso al muro. Certo poi li' sarei trattato in maniera lievemente diversa... ma questa e' un'altra storia.

L'aula di una scuola e' un luogo pubblico di uno stato laico e indipendente dalla Chiesa Cattolica (Art.7) non un luogo di culto (di alcun culto). Percio' non vedo perche' debba avere oggetti di culto.

Il crocifisso non e' simbolo di una tradizione (Babbo Natale e' un simbolo di una tradizione, la sauna e' una tradizione), il crocifisso e' un simbolo di una religione.

In ogni caso anche fare il discorso della tradizione puo' essere a doppio taglio. Se avessi una figlia e fossi in Nigeria la tradizione sarebbe di praticarle l'infibulazione. Non mi sentirei di rispettarla.

Piu' che altro trovo paradossale che per vedersi riconosciuto un diritto (che e' gia' riconosciuto dalla costituzione) debba essere andata a Strasburgo.

5/11/09 10:41  
Blogger stezz said...

(mi iscrivo ai commenti)

5/11/09 11:01  
Blogger SuomItaly said...

Per quanto mi riguarda, a grandi linee, sarei più vicino alla posizione espressa da stezz.

Ad ogni modo la questione offre diversi e più ampi spunti di riflessione. Non è semplice liquidarla in poche parole.

5/11/09 11:09  
Blogger Simoniito said...

Si, infatti il vero promotore è stato il marito italiano della signora.

In ogni caso, la posizione di partenza è la stessa. A mio parere, non si possono calpestare 100 anni di storia, cultura e tradizioni italiane con una sentenza fatta da una corte che rappresenta un organo politico/economico.

Stezz ha detto proprio bene: uno, il crocifisso non da alcun fastidio (non è come imporre l'ora di religione cattolica), e mi sa tanto che i signori ricorrenti stanno cavalcando l'onda per farsi pubblicità e guadagnare qualche soldino a sbafo (vedi i danni morali di 5000€. Danni morali!!!).

Secondo, provatelo a farlo voi un ricorso del genere in un paese d'altra religione. Ti va bene se non vieni fucilato... E allora no, perchè dobbiamo essere noi a rinunciare alle nostre tradizioni?

Terzo, con lo stesso identico principio anche io potrei fare un ricorso alla corte di Strasburgo perchè vedrei i miei figli privati di un simbolo che è parte della nostra storia e bla bla bla.

Questa è indeed una vicenda su cui si può discutere all'infinito senza che nessuno si sposti di un millimetro dalla propria convinzione.

A proposito di tradizioni, l'unione europea è quella che voleva mettere al bando in nome di norme comunitarie sull'igiene e in barba a lunghe tradizioni nostrane i forni a legna per le pizze in Italia. Nessuno in Italia era d'accordo mi pare? Che differenza c'è? Stiamo parlando sempre di tradizioni del nostro popolo sovrano

5/11/09 14:09  
Blogger stezz said...

Simo io ho detto che _a_me_ non da' fastidio. Ma se a qualcun altro da' fastidio sono totalmente d'accordo con la sentenza della Corte che dice di rimuoverlo per semplice logica e rispetto della costituzione.

Io non so neanche quando e' stato iniziato a mettere il crocifisso a scuola (davvero 100 anni fa?) e cmq non sono d'accordo sul fatto che la sentenza calpesti una tradizione o la cultura italiana. Non e' che dica che in cambio ci si debba appendere uno striscione anticristiano. Dice di toglierlo "perché l'esposizione
obbligatoriadi simbolireligio-
si viola la libertà dei genitori di
educare i propri figli secondo
le proprieconvinzioni epo-
trebbe essere fastidiosa per ra-
gazzi che praticanoaltre reli-
gioni o sono atei".

Mi pare lineare come ragionamento.

Sul piano religioso/emotivo capisco che possa fare irritare un credente ma non e' scritto da nessuna parte che lo Stato Italiano debba spingere i propri ragazzi alla religione cattolica. Proprio perche' lo stato e' laico dovrebbe garantire la coesistenza di ogni religione e non "simpatizzare" per nessuna. Anche se poi in pratica lo fa.

Sul fatto che se provassimo a fare un ricorso del genere in un paese di un'altra religione non solo non sarebbe accettato ma probabilmente uno rischierebbe dall'ostracismo alla vita non c'e' dubbio, percio' ben venga che si tratti dell'Italia che per ora spero sia ancora un paese civile e la cui legge non e' derivata da dettami religiosi. Altrimenti facciamo dell'Italia una Repubblica Cristiana e torniamo al Medioevo.

Se uno continuasse a fare il discorso della tradizione staremmo ancora coi leoni al Colosseo e gli schiavi ai lavori forzati. I tempi cambiano, la morale cambia, e magari e' ora di togliere i crocifissi dalle scuole che ne so.

Per quanto riguarda i forni della pizza: senza forni la pizza fa cagare ma senza crocifisso posso continuare ad andare a scuola. E te credo che la gente non era d'accordo :)

5/11/09 14:56  
Anonymous Davide said...

Un paio di precisazioni:

1) La sentenza sul crocifisso è stata emessa da un organo del Consiglio d'Europa, che nulla ha a che fare con l'Unione europea.

Sbaglia chi li confonde.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=197&ID_articolo=1185&ID_sezione=&sezione=

2) L'usanza di porre il Croficisso nei luoghi pubblici risale agli anni Venti.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6581&ID_sezione=&sezione

3) Il nocciolo della questione sta nel diverso significato che é possibile dare al Croficisso.

Se gli si attribuisce solamente un significato religioso, allora non dovrebbe essere mostrato negli uffici pubblici in nome della laicitá dello Stato. Punto.

Il problema sorge in quanto la stragrande maggioranza degli italiani lo considera non solo un simbolo religioso, ma anche di identitá.

È questo il nocciolo della questione e il motivo delle forti reazioni sollevate in tutti gli strati della popolazione.

Oggigiorno, la religione cattolica viene offesa, banalizzata, non rispettata continuamente, da moltissimi italiani.

Tuttavia la rimozione del crocifisso suscita cosi tanta rabbia in quanto viene percepita come un attacco alla propria identitá ed al senso di appartenenza alla cultura italiana.

5/11/09 21:25  
Blogger Unknown said...

L'argomento e' caldo e ha scatenato un'ondata di reazioni da tutti i fronti...

Come ha osservato Davide, in definitiva ci si riconduce al tema tanto dibattuto sulle radici Cristiane dell'Europa.

E' una di quelle questioni in cui non ci sono posizioni giuste o sbagliate, ognuno e' libero di pensarla a suo modo, almeno si spera.

Tuttavia mi chiedo ci si puo' aggrappare ad un regolamento sull'arredo scolastico di epoca fascista per giustificare la presenza del Crocefisso in classe?

Se il tutto si riconduce al motto: "a casa mia comando io" come sembrano dire i nostri politici in coro, allora meglio toglierlo il Crocefisso anzi Gesu' Cristo stesso scende dalla croce.

Non e' la figura di Gesu' Cristo che puo' infastidire un musulmano o un ateo ma e' la strumentalizzazione che ne viene fatta che turba anche me come cattolico.

6/11/09 11:25  
Blogger stezz said...

Tanto per stemperare:
http://metilparaben.blogspot.com/2009/11/generatore-automatico-di-proteste.html

7/11/09 14:01  
Blogger stezz said...

Sempre per stemperare (anche se condivido appieno)

http://metilparaben.blogspot.com/2009/11/tradizioni.html

7/11/09 14:05  
Anonymous Davide said...

Bell'articolo:

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2373449&yy=2009&mm=11&dd=05&title=ma_io_difendo_quella_croce

8/11/09 16:48  
Blogger Simoniito said...

Ciao Davide e grazie per le precisazioni, che tuttavia non cambiano il concetto centrale.

Che la corte sia qualcosa di separato dall'unione europea o che il crocifisso sia stato appeso a partire dal 1920 cambia poco.

Il tuo punto 3) definisce esattamente quello che penso, non l'avrei saputo dire meglio. Ci sono due articoli interessanti sul Corriere del 7 novembre. Uno e' pubblicato, l'altro di Ostellino no.

http://www.corriere.it/editoriali/09_novembre_07/Il-crocifisso-simbolo-di-sofferenza-che-non-puo-offendere-nessuno-claudio-magris_bbaa4b9e-cb6d-11de-8d35-00144f02aabc.shtml

8/11/09 17:04  
Anonymous Tuikku said...

@Simoniito, a me, invece non passerebbe nemmeno in mente di impedirti di partecipare nella vita pubblica finlandese solo perché non sei nato o cresciuto qui. Al contrario, sono convinta che anche le nostre "tradizioni" avranno bisogno di essere messe in questione da chi viene fuori e magari non soffre della tipica miopia di chi, certe cose, le vive da sempre. Idealmente si può creare un dialogo pacato. Ma in alcuni casi perché vengano rispettati accordi presi internazionalmente non è possibile.

9/11/09 15:12  
Blogger Simoniito said...

Ciao Tuikku,

ma chi ha mai detto che io voglio impedire a chi non ha cultura e tradizioni italiane di partecipare alla vita pubblica?

La questione qui e' comunque ben piu' ampia del fatto che il ricorso l'ha fatto un cittadino di origine non italiana, in quanto l'italianissimo marito della signora e' anche dietro a questo.

Gia' nei commenti a questo blog sono state espresse tante opinioni, tutte rispettabilissime, a favore e contro la sentenza.

Certo, fa un po' sorridere e pensare che ci siano in ballo 5000€ di danni morali (!) per la presenza del crocifisso in classe (io potrei forse chiederne 10000€ perche' non lo vedrei nelle aule dei miei figli in Finlandia, usando motivazioni piuu' o meno simili ma opposte a quelle usate per il ricorso?) e che il marito non abbia piu' tempo di dividersi fra le varie persone che gli richiedono un'intervista...

9/11/09 15:37  

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